«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

mercoledì 13 dicembre 2017

Perché l’inclusione non può realizzarsi con la “cattedra mista”

Di fronte alle posizioni favorevoli alla cosiddetta “cattedra mista” – costituita cioè per alcune ore da un docente specializzato nel sostegno e per altre ore dallo stesso docente in una disciplina – Salvatore Nocera ribadisce la propria opinione, secondo cui serve invece «una scelta professionale a monte, per la carriera del sostegno o per l’insegnamento di una disciplina curricolare».
Si tratta di una questione solo apparentemente “tecnica”, essendo invece uno snodo molto importante, nel tentativo di garantire una maggiore continuità didattica del sostegno agli alunni con disabilità
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Commento
Al di la delle argomentazioni, dell'una e/o dell'altra parte, la verità è che la cattedra mista è già una realtà in molte scuole.
Infatti in questo momento le regole sull'organico dell'autonomia, in particolare sulla modalità di utilizzo dei docenti individuati su posti di potenziamento, permettono al Dirigente Scolastico di assegnare il personale secondo criteri appunto autonomi. Inoltre nel 2018 verrà applicato l'Art. 17 del Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 59 sul riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, dove si parla espressamente di disciplina transitoria per il reclutamento del personale docente per il sostegno. Pertanto nella scuola continueremo a trovare per molto tempo docenti a tempo indeterminato con doppia abilitazione (sostegno e materia) e che quindi potranno aspirare alla cosiddetta “cattedra mista”.

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