«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 17 novembre 2017

Un'aula con le pareti magnetiche per Nicole

L'innovativo progetto insegnerà alla bambina come comunicare con lo sguardo. Comunicare con le icone è utile per i bisogni speciali e i disturbi dell'apprendimento.
PESARO. «Nicole guarda il cielo». Ha sette anni e quando la mamma, Silvia, le chiede di toccarle il volto, la bambina tende verso la donna. Non è scontato. Non per chi ha una tetraparesi spastica, che praticamente, le impedisce di comandare il corpo. Ma l'energia vitalissima che anima Nicole ha portato i genitori, Marco e Silvia, a non mollare. Ogni segnale non è mai caduto nel vuoto, ma «fino a che non abbiamo incontrato la dirigente scolastica Antonella Accili e il maestro Francesco Belfiori - continua Silvia -, l'impossibilità di dare un significato univoco a quei segnali ci ha spesso fatti sentire impotenti, quasi inutili». E' GRAZIE alla didattica distesa che Nicole ha fatto progressi importanti. E' stata sperimentata dalla bambina in tre anni di Infanzia e un anno di primaria all'Istituto di Evangelista di Piadimeleto. Sarà presentata domani, all'interno del convegno nazionale sulla Scuola del futuro, davanti a 140 docenti, provenienti da tutto il centro Italia. Al progetto si sono interessati, offrendo il loro sostegno, Barbara Urdanch dell'Università di Torino, la Lega del Filo d'Oro e la casa editrice Pearson. «I risultati sono concreti - testimonia Silvia, con i begli occhi verdi che le brillano -. Sono felice perché è vero che nessuno sa realmente quali sono i limiti di ciascuno». Già. «E tutti devono avere una possibilità. Nessuno escluso» osserva il maestro Belfiori, citando il genio educativo di don Milani. Bene. Ma cosa c'ha la didattica distesa di così efficace? E soprattutto di cosa si tratta? «Il bello della didattica distesa è tutta nel come viene fatta» ride Accili, che ci introduce in un'aula dal soffitto e dalle pareti, per metà, dipinte di nero. «E' stata allestita e attrezzata grazie al sostegno economico della Banca di credito cooperativo del Metauro e all'amministrazione comunale di Piandimeleto - continua l'Accili -. Senza la sensibilità di persone come la direttrice di banca Francesca Tiberi e del sindaco Stefano Benedetti non ce l'avremmo fatta». Ma perché nero? «E' una tinta a base di ferro - spiega Belfiori -; di quelle usate anche in ambito sanitario, innocua e inodore. Questo trattamento, aumenta la capacità di concentrazione perché con un fascio di luce, provocato da una torcia, riusciamo ad indirizzare meglio lo stimolo visivo. Le storie vengono trasdotte in lastre magnetiche che attacchiamo al soffitto. La lezione si fa stando distesi sui tappetoni del pavimento: ora raccontiamo storie, attraverso i simboli, i grafemi e i disegni della comunicazione aumentativa che Nicole ha imparato, insieme ai compagni alla scuola dell'Infanzia, gli stessi che ora ha trovato in prima elementare». E come va? «Sopra ogni aspettativa - conferma Belfiori -. Oggi, insieme ai compagni, Nicole segue le avventure del sorcio giornalista Geronimo Stilton, emozionandosi con noi e vivendo in un ambiente che ha azzerato ogni differenza. I bambini le vogliono bene, imparando a conoscerla. Lei è una portatrice sana di parasocialità e la classe è unita, inclusiva - sintetizza Belfiori -, ma l'obiettivo della didattica distesa è quello di darle autonomia comunicativa. Il risultato più alto che ci siamo proposti è quello di vederla, da qui a cinque anni, capace di comporre delle frasi e comunicare con l'esterno. Potrà farlo, per esempio, usando un puntatore laser installato sugli occhiali». A parte la solida base della comunicazione aumentativa alternativa e il mettere a sistema le varie tecniche della didattica esperienziale, legata alla stimolazione sensoriale, quello che il team dell'istituto comprensivo, coordinato dal maestro Belfiori con il pieno supporto della Accili, ha avviato è un percorso sperimentale. «L'aula ha una funzione eterogenea - spiega Accili -, è utile per Nicole, ma è un'ottima palestra per i disturbi dello spettro autistico; ha implicazioni notevoli nei bambini con Adhd (iperattivi, provocatori, oppositori, ecc..), serve ai piccoli gruppi per rinforzare l'ambito linguistico. Nasce per i Bisogni Educativi Speciali, ma diventa strumento innovativo e prezioso per tutta la comunità scolastica».
di Solidea Vitali Rosati
(fonte: Press-In anno IX / n. 2983 - Il Resto del Carlino del 16-11-2017)

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