«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

martedì 17 gennaio 2017

Roma. Gabriella ci ricorda: qui siamo tutti matti

All’improvviso il buio del teatro è squarciato dall’urlo di chi viene marchiato con un’etichetta che lo condanna ad un’esistenza fragile ed emarginata, quella di un’umanità residuale che, al massimo, viene inghiottita nel gorgo senza fine di ricoveri sanitari obbligatori, dove un letto di contenzione trattiene con lacci e lacciuoli corpi doloranti e menti sconvolte da massicce dosi di criptonite e farmaci il cui nome finisce in …zepam.
Sul palcoscenico una donna bionda e molto pallida, più bianca della camicia che indossa. Si trascina a piedi nudi sul pavimento freddo. E’ scossa da brividi ma ha lo sguardo fiero e la voce ferma che sembra tagliare il vuoto davanti a lei. Comincia così la rappresentazione di “Alice” il bellissimo e struggente monologo che Gabriella La Rovere ha scritto e portato in scena al Teatro Don Guanella di Roma
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